“Designing Disorder”: practical guide for Open Cities
Insieme al sociologo Richard Sennett, il manifesto per una “città aperta”, dove è possibile ripensare i propri spazi di vita collettiva.
Nel 1970 Richard Sennett, una delle voci più influenti della sociologia urbana, pubblicava “Gli usi del disordine”, un manifesto che era più che una critica agli ideali di pianificazione e progettazione delle grandi città contemporanee.
Pablo Sendra, professore in pianificazione e urban design alla Bartlett School of Planning dell’University College di Londra, 50 anni dopo pubblica “Progettare il disordine”, frutto della collaborazione proprio con Sennett nominato tra i migliori libri del 2020.
Le “infrastrutture del disordine” combinano architettura, politica, progettazione urbana e attivismo per ispirare le comunità a dare forma ai propri luoghi, per unire anziché dividere.
Si arriva così a una “città aperta” al cambiamento, a spazi flessibili e vivi. Una guida per la governance collettiva di quartieri in transizione, non pianificati e plasmati dalle persone.