Open Collectives
Come ripensare spazi e comunità per la città dei mille minuti
I diversi fallimenti durante la pandemia sia del settore pubblico che di quello privato hanno portato gli abitanti delle città a cercare soluzioni altrove. La rapidissima formazione di network di assistenza territoriale, ad esempio, ha dimostrato come la coordinazione locale sia possibile anche di fronte ai lockdown e alla paura diffusa di contagi.
Questi network sono esempi perfetti di “open collectives” — un tema esplorato nella 17ª Biennale di Architettura di Venezia. A differenza delle comunità e cooperative del passato, come i kibbutzim israeliani, le open collectives fondono comunità fisiche, strumenti digitali e network che complementano i loro punti di forza.
Questo panel porta sul palco di Utopian Hours quattro esperti attivi all’interno dello spettro fisico-digitale per immaginare nuove architetture e network per cura, lavoro e solidarietà: Rafi Segal (MIT Future Urban Collectives Lab), Marisa Morán Jahn (Carehaus), Mercedes Bidart (Quipu) e Irene López de Vallejo (DisCOs) dialogheranno insieme a Greg Lindsay, director of applied research di NewCities.