Survival of the City. The Ideas of Edward Glaeser
Un nuovo guru urbano al festival, per chiudere la questione con la P: città e pandemia. Dai tempi di Atene a oggi, i virus chiedono reazioni forti. Per l’autore del Trionfo delle città, la risposta non può che arrivare dal cambiamento urbano. Ancora una volta.
La prima pandemia registrata dagli storici risale al 430 a.c., quando un quarto degli abitanti di Atene scompare e la città si ritrova sconfitta nella guerra del Peloponneso. La peste era arrivata dal porto, il punto di ingresso alla città e il collegamento con il mondo. La peste di Giustiniano del sesto secolo, la prima grande pandemia mondiale, sconvolse invece l’impero bizantino scavalcando mura e barriere, tanto da generare un nuovo modo di governare e gestire l’urbanizzazione in Europa.
Edward Glaeser, economista e esperto di sviluppo urbano della Harvard University, parte da queste considerazioni storiche per raccontare come la città non sia affatto finita dopo il Covid-19. Accostando le similitudini, le differenze e le cause storiche che hanno portato le città a essere inevitabili protagoniste del progresso e del contestuale declino delle civiltà, il libro Survival of the City: Living and Thriving in an Age of Isolation ci mostra una nuova prospettiva sul futuro urbano.
Se ogni pandemia che l’umanità ha vissuto ha rappresentato in qualche modo un momento di svolta, il oggi guardiamo a un futuro in cui la risposta sanitaria alle emergenze dovrà essere globale. E se nell’ottocento a New York il colera ha spinto il governo a investire su nuove infrastrutture, rendendo per la prima volta la città pulita e vivibile, oggi le sfide globali accentuate dalla pandemia ci impongono di superare le diseguaglianze sociali. Ancora una volta, la risposta non potrà che arrivare dalla città.