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Edizione 2017

3 giorni di incontri, 5 mostre, 40 ospiti coinvolti — fra city-maker e esperti da grandi città nel mondo, progettisti e animatori culturali attivi a Torino. Soprattutto, oltre 1000 presenze per un programma fitto di eventi, con talk e feste dal pomeriggio alla notte.
Dal 13 al 15 ottobre 2017 il festival Torinostratosferica Utopian Hours ha raccontato progetti, idee e visioni per riflettere sul futuro delle città nel mondo e immaginare una Torino al suo meglio.
Prima occasione di presentazione pubblica di Torinostratosferica, il nostro esperimento di city imaging, l’evento ospitato nel loft sede dell’associazione rientrava nel calendario cittadino di “Torino Design of the City” promosso nei giorni del XXX Congresso della World Design Organization.
Torinostratosferica è sostenuta dalla Compagnia di San Paolo nell’ambito di ORA! Linguaggi contemporanei_produzioni innovative.
Ringraziamo gli sponsor del festival Torinostratosferica Utopian Hours: Arti Grafiche Parini, Fabbricanti d’Immagine, J.Gasco, Fondazione per l’architettura / Torino (partner culturale).
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Venerdì 13 ottobre. L’apertura del festival è stata l’occasione innanzitutto per presentare il nostro progetto. Durante il benvenuto, il Welcome to TorinostratosfericaLuca Ballarini è tornato sul perché creare un esperimento collettivo per immaginare una Torino al suo meglio, senza vincoli o committenti, e sugli obiettivi dell’iniziativa oggi: alimentare la riflessione, necessaria ma spesso trascurata, sui nostri luoghi e i nostri desideri come abitanti. Ha seguito Giacomo Biraghicity expert e animatore di Secolo Urbano, con il suo The State of the City — personale difesa del ruolo positivo delle città, “scatole nere” del benessere collettivo.
Ha concluso la parte iniziale della giornata il primo appuntamento dei Bright mind, beautiful ideas, la serie di mini-talk da 10 minuti, ognuno dedicato alle visioni di personalità torinesi (per origini o di adozione) per trasformare la città in una città stratosferica. La prima degli ospiti locali è stata Ilaria Bonacossa, direttrice della fiera Artissima, che ha parlato di Torino come centro internazionale d’arte e contemporaneità.
L’incontro successivo ha proposto il primo speaker straniero: Darran Anderson, scrittore e giornalista basato a Londra. Partendo dalla sua conoscenza unica sul tema —Anderson è autore di Imaginary Cities, imponente rilettura sul pensiero urbano nella storia— per ispirare il pubblico ha raccolto immagini di grandi visionari e architetti che con le loro intuizioni hanno anticipato il futuro delle città. Il talk era l’ideale introduzione a una delle mostre del festival, Images of Utopia, co-curata da Torinostratosferica appunto con Anderson.
Darran Anderson è inoltre uno dei tre Visiting Urban Explorer, ospiti stranieri invitati a scoprire liberamente Torino e darci le loro idee per renderla più attrattiva, insieme alla scrittrice Lauren Elkin (da Parigi) e l’editrice Ricarda Messner (da Berlino). I video delle loro interviste, presentati durante il festival, sono disponibili sul canale YouTube di Torinostratosferica.
Con What to do with 6.5 million square metres il festival ha chiuso la prima giornata di talk con tre figure di alto livello, con cui parlare di grandi progetti di trasformazione urbana e delle sfide che portano con sé. Philipp Bouteiller, Ceo della società responsabile dell’area dell’aeroporto di Tegel a Berlino, il direttore generale di Milanosesto Carlo Masseroli e Davide Canavesio di TNE, impegnato su parte degli ex stabilimenti di Mirafiori a Torino, si sono confrontati sui rispettivi progetti e su come creare spazi capaci di accogliere funzioni ancora non prevedibili.
Fino a mezzanotte i partecipanti hanno poi riempito gli spazi del loft per la prima degli Utopian Happy Hours, i momenti serali di festa e networking dove scoprire i diversi contenuti, visitare le mostre e parlare con gli invitati presenti.
Sabato 14 ottobre. Un talk dedicato al city branding, legato alla mostra Rebranding Torinostratosferica, ha aperto la seconda giornata. Dei sette studi grafici italiani coinvolti nel progetto, Paolo Palma e Alessio Romandini di Metodo Studio (Treviso), Marco Tortoioli Ricci di BCPT (Perugia), Gianni Sinni di LCD (Firenze), Massimiliano Sagrati e Alfredo Laneve di Humus (Roma) e Luca Ballarini, qui in veste di direttore creativo di Bellissimo (Torino), si sono alternati per raccontare il loro approccio nei progetti di comunicazione per luoghi e città.
I protagonisti della seconda sessione di Bright mind, beautiful ideas sono stati lo scrittore Gianluigi Ricuperati, il filosofo e imprenditore Luca Morena, l’esperto di innovazione digitale Lorenzo Benussi e Laura Milani, presidente dell’Istituto d’Arte Applicata e Design. Nei loro interventi hanno parlato di produzione originale di cultura e riscoperta del patrimonio; di spazi e innovazione, da non confondere con il progresso; di tecnologia e educazione.
Il talk successivo sui Future Urban Trends ha dato l’occasione di discutere di cambiamento e qualità della vita. Partendo dalle dieci tendenze selezionate in mostra, Giacomo Biraghi e Luca Ballarini hanno dialogato con Josh Fehnert, Entertaining Editor del magazine Monocle, commentando i fenomeni che —nel bene o nel male— saranno rilevanti per il nostro modo di abitare, usufruire o costruire le città.
Anche il successivo talk, Night time is the right time, era legato alla mostra in esibizione sulla gestione innovativa della notte in città, realizzata dal Built Environment Trust di Londra. Il direttore strategico del Trust, Lewis Blackwell, ha discusso della notte come risorsa sociale e economica con Ella Overkleeft, co-fondatrice della Night Mayor Foundation, l’organizzazione nata a Amsterdam che promuove la figura del “sindaco della notte” come mediatore fra le comunità coinvolte nella vita notturna in città — tema quanto mai attuale.
Nel talk di chiusura Torinostratosferica ha incontrato il regista spagnolo Victor Moreno, che ha legato il suo lavoro di documentarista al racconto dei luoghi e all’esplorazione urbana. In occasione del festival Moreno ha presentato un’anticipazione del suo nuovo lavoro, The Hidden City, interamente dedicato al livello sotterraneo dei luoghi, l’“inconscio” della città.
Domenica 15 ottobre. Nel pomeriggio di domenica il festival ha voluto coinvolgere anche i visionari più piccoli, con un laboratorio dedicato loro: in Imaginary cities for kids più di venti bambini hanno creato con spaghetti e marshmallow gli edifici della loro città ideale (case, grattacieli, ponti) con risultati stupefacenti.
All’interno, la giornata conclusiva è ripresa con l’ultima sessione di Bright minds, beautiful ideas e le idee dei torinesi per una città più stratosferica. Alessandro Bollo, direttore del Polo del ’900, si è concentrato sul ruolo economico e sociale della cultura. Dopo le proposte di Paolo Verri, responsabile del primo Piano Strategico di Torino e ora a Matera per guidare i lavori di Capitale Europea della Cultura, è stato il turno di Sanjay Sankar, studente indiano che è partito dalla sua esperienza a Mirafiori Sud con l’associazione AllogiAMI (che aiuta studenti stranieri a trovare residenza e servizi di comunità) per immaginare una città più inclusiva. L’imprenditore e venture capitalist Gianluca Dettori ha voluto scuotere un settore produttivo intorpidito, parlando degli enormi spazi fisici che la città potrebbe dare a startup e innovatori.
L’appuntamento successivo ha affrontato un tema su cui Torinostratosferica insiste da tempo: i fiumi. La città che in questi anni sta agendo in modo più ambizioso sulla fruizione delle sue acque è di sicuro Parigi, con le sue piscine nel bacino della Villette, i lungofiume pedonali e soprattutto il piano per rendere la Senna balneabile entro le Olimpiadi del 2024. Ci ha raccontato tutto questo —dall’emergere di questa volontà politica alle strategie pratiche per realizzarla— Christophe Ribet, direttore aggiunto del dipartimento dell’ambiente e delle acque di Parigi.
Un ultimo progetto visionario ha concluso il programma di talk del festival. Charlie Peel, sociologo e designer, ha presentato l’idea di trasformare Londra in parco nazionale, proposito nato da un gruppo di attivisti e ora sostenuto dall’amministrazione. Lo ha raccontato attraverso la sua personale opera di ricerca e design per realizzare la mappa di London National Park City: il risultato è la bellissima carta (in vendita durante il festival) con le migliaia di parchi, giardini, piccoli spazi verdi e corsi d’acqua che custodisce la città — piccolo grande esempio di visione ideale divenuta opportunità reale.
Le mostre e il libro. Insieme al programma di talk, il festival ha proposto nei tre giorni alcune mostre inedite sulle città, allestite per l’occasione.
Images of Utopia, curata da Torinostratosferica con Darran Anderson (autore di Imaginary Cities), ha ripercorso la storia dell’immaginazione urbana con una collezione di città ideali o visionarie, come invito a continuare a proiettarsi in avanti e immaginare.
Future Urban Trends ha proposto una selezione di 10 fenomeni interessanti per lo sviluppo delle città, i loro luoghi e gli stili di vita, stilata da Torinostratosferica con la consulenza di Monocle.
I progetti di Night time is the right time, mostra creata dal Built Environment Trust di Londra e presentata in Italia durante il festival, hanno spostato la conversazione sul tempo della notte con una raccolta di idee innovative per ripensare la notte come risorsa economica e sociale in città attive 24 ore. 
All’esterno, Visioni da Torinostratosferica esponeva nove proposte o provocazioni emerse dai partecipanti degli incontri di Torinostratosferica, tradotte in rendering, disegni o immagini da altrettanti studi di architettura con sede in città. L’allestimento, un percorso di piccole impalcature, è stato curato da un gruppo di studenti coinvolti dalla associazione attraverso un workshop.
Rebranding Torinostratosferica metteva infine in mostra il lavoro di sette rinomati studi di grafica italiani, incaricati dall’associazione di ridisegnare il logo di Torinostratosferica all’interno di un inusuale esperimento di city branding.
Oltre alle mostre, i visitatori hanno potuto poi scoprire le idee del nostro esperimento di city imaging, raccolte nel corso delle sessioni con decine di rappresentanti delle industrie creative locali.
In occasione del festival Torinostratosferica ha curato una pubblicazione in distribuzione gratuita (ma con donazione gradita…) che racconta la genesi del progetto, i valori e le idee emerse. Una grande mappa della città accoglieva il pubblico all’ingresso, con le diverse proposte di Torinostratosferica per i luoghi della città.
I visitatori potevano a loro volta proporre le proprie idee per la città, depositandole nel box di Fondazione per l’architettura / Torino, interessata a selezionare le migliori e portarle all’attenzione dell’amministrazione.
In una postazione di voto era infine possibile esprimere il proprio voto per eleggere il sindaco di Torinostratosferica. In questa prima edizione Italo Calvino (Lista Torino Invisibile) ha battuto gli altri candidati Paolo Soleri (Arcologia e Libertà) e Carlo Mollino (Movimento velocità massima).